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Immagine del redattorePsicologa Silvia Ciresa

Alla scoperta di un fantastico viaggio relazionale: diventare genitori e vivere la terapia.



Nessuno ti insegna ad essere genitore, una mamma ed un papà sufficientemente buoni, nessuno ha il libro delle ricette da studiare ed applicare rigorosamente per sapere di aver fatto un “buon lavoro”.

Genitore si diventa il giorno in cui guardi per la prima volta negli occhi tuo figlio, quando lo stringi tra le tue braccia, certo lo sei ancor prima, fin da quando scopri che stai donando una nuova vita, hai tempo per immaginare, fantasticare su come sarà tuo figlio, su che tipo di genitore sarai, su tutte le teorie educative che applicherai, ma all’improvviso “bum”, ecco che alla nascita tutti i piani si stravolgono perché poco o niente andrà come avevi pronosticato , dovrai piano piano trovare un nuovo equilibrio nella tua famiglia, creare quella relazione unica e speciale con quel pargoletto ed è qui che imparerai ad essere genitore.

Lo imparerai sperimentando, facendo esperienza di tutte quelle emozioni che necessariamente la nascita di un bambino porta con sé, andando per tentativi ed errori, scoprirai che non esistono genitori perfetti, ma che basterà dare il meglio di sé, usando quel “buon senso” che ciascuno di noi, se si ascolta, ha dentro di sé.

Tanti sono gli stereotipi di genitore perfetto che, nell’attuale società, rimandano ad una visione solamente positiva, idealizzata del diventare madre e padre, senza lasciar intravedere le sane e naturali emozioni che si possono vivere durante questo percorso come rabbia, disperazione, tristezza, solitudine, inadeguatezza. Eh si, perché nessuno te lo dice che non sarà tutto gioia, felicità e amore.

Inevitabilmente, diventare genitore ti farà fare i conti con il bambino che è dentro di te, con le tue esperienze e sofferenze di vita, farà risuonare le tue fragilità e magari ti accorgerai di avere delle reazioni incontrollabili che non vorresti avere, di avere poca pazienza o ancora metterai in atto quei comportamenti che tanto odiavi vedere nei tuoi genitori e che, fin dall’inizio, ti eri ripromesso che non avresti mai utilizzato o magari sarai completamente il loro opposto. Non servirà colpevolizzarti, giudicarti, criticarti, ma essere comprensivo con te stesso ed incuriosirti su cosa sta accadendo.

Dare un senso, conoscere il significato, acquisire consapevolezza di queste emozioni, vissuti, comportamenti e dinamiche relazionali inconsce sarà la più grande possibilità che potrai dare a te stesso per essere finalmente ciò che desideri, per indossare finalmente “le tue scarpe” e far si che le tue ferite non saranno anche quelle dei tuoi figli. A volte sarà necessario essere in due per fare questo profondo ed arricchente viaggio, un percorso con uno psicologo, che attraverso un ascolto empatico, pieno, vivo ti aiuterà a scoprire il tuo senso. Ti accorgerai quando quelle normali emozioni diventeranno troppo intense, pervasive creandoti disagio e malessere e li ci sarà la tua possibilità.

Sono mamma da due fantastici anni, tantissime emozioni mi hanno accompagnata, non è stato tutto facile, anzi…ma tornassi indietro rifarei ad occhi chiusi questa scelta perché, nonostante tutte le fatiche e difficoltà, guardare negli occhi mia figlia è la gioia più profonda ed autentica che abbia mai provato e perché io sto crescendo insieme a lei. Si, sto crescendo insieme a lei, “mettermi a nudo”, fare i conti con i miei fantasmi , interrogarmi, scoprirmi, sbagliare e rialzarmi, perdonarmi, amare, accudire è stata una grande possibilità, un’occasione che la vita mi ha donato, che io mi sono donata.

E questo meraviglioso viaggio è proprio ciò che accade nella terapia, tra paziente e terapeuta: entrambi doneranno una parte di sé che necessariamente li arricchirà e trasformerà in quell'unico ed autentico percorso di vita.

Ringrazierò sempre il mio terapeuta per aver partecipato e reso possibile il mio viaggio.

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